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Air doll, la bambola sessuale giapponese che cambiò la nostra concezione dei rapporti con le macchine

Correva l’anno 2000, i giochini sessuali erano ancora rudimentali, ed il mondo della robotica non era neppure capace di immaginare quanto sarebbe arrivato a sessualizzarsi qualche decade dopo.

Chi invece seppe prevedere come sarebbero evoluzionate le cose e, in un certo senso, contribuì a diffondere questo pensiero, fu Joshiee Gouda, autore del manga ‘La figura pneumatica di una ragazza’, nel quale narrava la storia di un uomo innamorato della sua bambola gonfiabile che, un bel giorno, prese improvvisamente vita ed iniziò a comportarsi come un essere umano dolce, servizievole, disposta a fare qualsiasi cosa per il suo amore. Anni più tardi il manga fu adattato al cinema con il nome di Air Doll, e l’idea si sparse come la polvere.

Soltanto due decadi dopo l’idea di Yoshiee Gouda, nei grandi stabilimenti di prodotti erotici già non si sorprende più nessuno se si parla di Sex Dolls, ovvero bambole estremamente realistiche che possono essere completamente personalizzate, in grandezza, in colore della pelle, dei capelli, o addirittura dello smalto delle unghie.

Addirittura si può personalizzare la grandezza degli attributi del suo busto ed altre cose del genere. Il suo prezzo varia tra i 2500 ed i 6000 euro e molte di esse sono già apparse per le strade di Brescia, Roma, Torino, ed altre grandi città italiane.

Le Sex Dolls tuttavia non funzionano al meglio in Brescia

Antonio Lazzari, proprietario di un discreto sex shop di Brescia, ci racconta che le Sex Dolls si sono rivelate un grande fiasco. “Comprai tre bambole a 3000 euro il pezzo, sperando di poterle rivendere almeno a 4500 cadauna, ma sono ancora tutte e tre in esposizione”. Questa la lalamentèla dell’impresario, il quale assicura che chi è alla ricerca di realismo preferisce andare a puttane a Brescia, dove il prezzo di un’ora con una escort può aggirarsi sui 100 euro, molto meno di quanto lloro chiedano per queste bambole.

L’impresario bresciano dice che si pente amaramente di aver comprato queste bambole così iper realistiche, perché si è dato conto che, per quanto esse siano molto vicine alla realtà, chiunque sia alla ricerca di qualcosa di più speciale preferisce pagare una prostituta, alla quale può chiedere di fare ciò che desidera e di soddisfare tutte le sue fantasie.

Invece, queste bambole di silicone non sono altro che oggetti inanimati utili soltanto per essere penetrate e nulla più, senza nessuna interazione particolare, cosa che addirittura porta molti a preferire le vecchie bambole gonfiabili che, a tutt’oggi, continuano ad avere molta clientela.

La robotica potrebbe essere la chiave perché la situazione cambi 

Il futuro delle Sex Dolls potrebbe avere uno sviluppo diverso per i negozi di articoli erotici solo se, come nel manga di Yoshiee Gouda, le si dotasse di intelligenza artificiale attraverso la robotica.

In questo modo, una donna di plastica capace di soddisfare pratiche sessuali attivamente, sarebbe certamente un richiamo molto importante per molti uomini che solitamente vanno a puttane e che, se così fosse, potrebbero cambiare queste loro abitudini con l’acquisto di una di queste bambole intelligenti, che pagherebbero una sola volta (anche in comode rate) e che potranno riutilizzare tutte le volte che lo vorranno.

In Giappone sono convinti che funzionerà, e perciò già diverse fabbriche di robotica stanno lavorando alacremente, per lanciare quanto prima le prime donne robot intelligenti, programmate per fare sesso con il proprio padrone. Presuppone tutto ciò una possibile fine della prostituzione nel mondo intero?

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